Se Uno Vuol Venire Dietro a Me, Rinunci a Se Stesso, Prenda la Sua Croce e Mi Segua

Seguire Cristo Gesù il Signore, prendere la propria Croce

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. (Matteo 16:24)

L’inizio della frase è già un programma: “Se uno vuol venire dietro a me…”, infatti non dice se uno vuole venire avanti a me o allo stesso livello mio, ma dice in maniera significativa: “dietro”. Il nostro è dunque un seguire il Maestro, con rispetto ed umiltà. Senza questo punto di partenza sarebbe inutile tutto il resto.

Proseguendo, per capire meglio il concetto di “prendere la propria croce” dobbiamo completarlo con “rinunci a se stesso”; ma cosa significa quest'espressione per noi credenti? Non vuol dire, come verrebbe da pensare, accettare passivamente tutte le sofferenze della vita in senso generale. Il Signore si serve di questa immagine per farci comprendere una verità diversa e molto importante. "Prendere la propria croce" vuol dire mettere a morte il nostro "Io". Ma anche questo non è facile da capire perché presuppone che capiamo prima cosa si intende per “nostro Io”. Ci sono diverse definizioni io, ego, sé… tutte espressioni che cercano di comprendere e chiarire la complessità della nostra persona.

Riassumendo, da come intendo io, forse, la frase evangelica potrebbe tradursi così: “chi vuol venire dietro a me che sono Dio incarnato, rinneghi faccia morire quella parte di sé che si vorrebbe innalzare in maniera idolatrica come fosse “dio-se-stesso”.

Nella nostra personalità abbastanza complessa tutto ha una sua utilità, ma il cristiano è chiamato a far morire quelle parti di sé che idealizzano egoisticamente se stesso dimenticando Dio e il prossimo. Infatti innalzando egoisticamente se stesso l’uomo soffoca l’umiltà e tende a credersi un dio. E’ questa la parte che deve morire; cioè quell’io che si offende, che prova invidia e rancore, che rifiuta di riconoscere i propri torti, che è duro contro gli altri, che pensa solo a sé. Un sé che può anche apparire religioso, capace di difendere una certa moralità, di fare delle opere buone, ma che è sempre pronto a manifestare i suoi aspetti negativi, e questo anche nella vita del credente.

Il NT ci insegna che Dio incarnato ci ha liberato da questo "io" orgoglioso ed egoista, infatti si realizza la frase: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me (Galati 2:20)

R.R.

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