Intendo chiesa del rimanente l’insieme di tutti quei credenti cristiani nel mondo che amano Dio e lo cercano con animo puro, su base biblica, al di sopra delle discussioni dogmatiche, delle confessioni religiose e delle denominazioni.
“Su base biblica” intendo la risultante delle raccomandazioni fatte da Gesù risorto all’apostolo Giovanni nei “messaggi alle sette chiese” che si trovano nei primi tre capitoli di Apocalisse.
Per spiegare due parole difficili come “mistica” e “teologia”, viene la tentazione di ricorrere a definizioni che generalmente vengono scritte con parole ancora più difficili. Il rischio è che alla fine le capiscono solo gli “addetti ai lavori”, mentre le persone semplici rimangono fuori.
LA TEOLOGIA
Alcuni studiosi vecchi e nuovi che invitano a ritrovare una forma semplice della parola (fonti da IA Copilot con GPT-4)
In ambiente cattolico: Documenti come Gaudium et Spes e Lumen Gentium parlano dell’importanza di comunicare la fede in modo che possa essere compresa da tutti, non solo dagli esperti. Inoltre, ci sono critiche contemporanee che evidenziano come la complessità teologica possa essere un ostacolo all’evangelizzazione. George Weigel, un noto pensatore cattolico, ha discusso della crisi della Chiesa contemporanea, suggerendo che la Chiesa deve affrontare le sfide moderne con un linguaggio e un approccio che siano accessibili a tutti.
Nel campo protestante, ci sono state critiche simili riguardo alla complessità della teologia e il suo impatto sull’evangelizzazione. Ad esempio, Søren Kierkegaard, un filosofo e teologo danese, ha criticato la teologia protestante liberale del suo tempo per aver reso il cristianesimo troppo complesso e distante dalla vita quotidiana delle persone.
Inoltre, la Riforma Protestante stessa, iniziata da Martin Lutero, era in parte una reazione contro la corruzione e complessità della teologia cattolica medievale. Lutero enfatizzava l’importanza della lettura personale della Bibbia e della fede semplice, accessibile a tutti.
Anche oggi, molti leader protestanti sottolineano l’importanza di un linguaggio semplice e comprensibile per l’evangelizzazione. Ad esempio, movimenti come quello evangelico e pentecostale spesso utilizzano un linguaggio diretto e accessibile per raggiungere un pubblico più ampio.
John Wesley: Fondatore del movimento metodista, Wesley predicava in un linguaggio semplice e comprensibile. Era noto per i suoi sermoni chiari e pratici, che miravano a raggiungere anche le persone meno istruite.
Billy Graham: Un evangelista del XX secolo, Graham era famoso per i suoi sermoni semplici e potenti. Utilizzava un linguaggio chiaro e diretto per comunicare il messaggio del Vangelo a milioni di persone in tutto il mondo.
Dietrich Bonhoeffer: Anche se il suo lavoro teologico è complesso, Bonhoeffer ha scritto opere come Discipleship (Sequela) che cercano di rendere i concetti teologici accessibili e applicabili alla vita quotidiana dei cristiani.
Teologi contemporanei che hanno lavorato per rendere il messaggio cristiano più accessibile e comprensibile:
N.T. Wright: Un teologo anglicano noto per i suoi scritti che cercano di rendere la teologia biblica accessibile a un pubblico più ampio. Le sue opere, come Simply Christian e Simply Jesus, sono esempi di come affronta temi complessi con un linguaggio semplice e chiaro.
Timothy Keller: Un pastore e teologo presbiteriano, fondatore della Redeemer Presbyterian Church a New York. Keller era noto per i suoi libri e sermoni che spiegano la fede cristiana in modo comprensibile e rilevante per la vita moderna.
John Stott: Anche se è scomparso nel 2011, Stott è stato un influente teologo evangelico che ha scritto numerosi libri destinati a un pubblico laico.
John Shelby Spong: Un vescovo episcopaliano noto per il suo impegno nel rendere il messaggio cristiano comprensibile e rilevante per il mondo contemporaneo. Le sue opere spesso affrontano questioni teologiche complesse con un linguaggio accessibile.
John MacArthur è un pastore e teologo americano noto per i suoi sermoni chiari e diretti. La sua opera, come la serie di commentari biblici The MacArthur New Testament Commentary, è apprezzata per la sua chiarezza e semplicità.
Samuele Negri era un autore e predicatore italiano che ha scritto numerosi libri e tenuto conferenze su argomenti biblici. Era noto per il suo approccio pratico e chiaro, come dimostrato nei suoi commentari e nelle sue lezioni bibliche.
Altri teologi contemporanei che seguono questa linea includono:
Rick Warren: Fondatore della Saddleback Church e autore del best-seller The Purpose Driven Life. Warren è noto per il suo linguaggio semplice e pratico, che rende la fede cristiana accessibile a un vasto pubblico.
Alister McGrath: Un teologo anglicano che ha scritto numerosi libri destinati a un pubblico laico. Le sue opere, come Christianity’s Dangerous Idea, cercano di rendere la teologia comprensibile e rilevante per i lettori moderni.
Max Lucado: Un autore e pastore noto per i suoi libri di ispirazione cristiana, che utilizzano un linguaggio semplice e storie coinvolgenti per comunicare messaggi di fede e speranza.
Tutti questi teologi mensionati lavorano per rendere il messaggio cristiano accessibile e comprensibile a tutti, indipendentemente dal livello di istruzione o background teologico.
Ma non era “gratuitamente date...”?
Oltre al fallimento del linguaggio difficile che ha formato un pubblico elitario simile agli scribi criticati da Gesù, il costo dei libri di teologia è un altro fallimento del cristianesimo attuale. Non solo tanti teologi parlano difficile, ma si fanno pagare troppo! Anche questo non va bene. Oggi specialmente con internet che offre infinite possibilità, come le edizioni digitali o “ebook”, o per farla ancora più semplice la diffusione di testi senza costi (ad esempio nel formato PDF); perché non usarli? Nel momento che il Signore ti ha dato i talenti (che non sono per tua bravura) e ti ha dato di che vivere, hai davvero tutto questo bisogno di chiedere soldi per diffondere e spiegare la Parola di Dio?
ANCHE LA BIBBIA, secondo lo spirito della riforma protestante dovrebbe essere distribuita gratuitamente; ci sono stati credenti che sono morti per questa missione. E non è solo la Bibbia che dovrebbe essere distribuita gratuitamente dalle chiese, ma tutte le opere che facciamo in nome del Signore dovrebbero essere gratuite perché la salvezza di Dio è gratuita: Matteo 10:8 Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Oggi quasi tutti i pastori ricevono compensi dalle rispettive chiese prendendo le offerte dei fedeli; non è che sia sbagliato, in certi casi ci può anche stare, ma l’apostolo Paolo ad esempio non si è avvalso di questa possibilità per la sua missione, preferendo lavorare per il proprio sostentamento piuttosto che rischiare di essere di peso a quelli che invece voleva evangelizzare:
1Corinzi 9:18 Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che, annunciando il vangelo, io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che il vangelo mi dà.
2Corinzi 11:7 Ho forse commesso peccato quando, abbassando me stesso perché voi foste innalzati, vi ho annunciato il vangelo di Dio gratuitamente?
2Tessalonicesi 3:7 Infatti voi stessi sapete come ci dovete imitare: perché non ci siamo comportati disordinatamente tra di voi; 8 né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di nessuno, ma con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno per non essere di peso a nessuno di voi. 9 Non che non ne avessimo il diritto, ma abbiamo voluto darvi noi stessi come esempio, perché ci imitaste. 10 Infatti, quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare.
LA PROLISSITÀ è un altro fallimento di chi porta la Parola del Signore. Infatti soprattutto in questi nostri ultimi tempi, dove le persone non ce la fanno a seguire più di quindici o sedici parole continuative c’è necessità di essere essenziali. Sia nello scrivere che nel parlare chi la fa troppo lunga annoia. Ecco una panoramica generale: distinguiamo tra annuncio, predica, studio, trattato.
Annuncio: Questa fase riguarda la proclamazione del Vangelo e la diffusione del messaggio cristiano. Può avvenire attraverso il contatto personale, la predicazione pubblica (una volta si faceva per le strade), o tramite i media i social (oggi fin troppo enfatizzati, certe volte sembra il lancio sul mercato di un detersivo). L’annuncio pubblico è basato su un richiamo incisivo ed emotivo, su un modo piuttosto declamato, anche esagerato, con espressioni anche forti per colpire l’ascoltatore dal lato emozionale. Ovviamente deve essere breve per non cadere nello show o nel fanatismo; dovrebbe alla fine indirizzare chi ascolta da qualche parte, ad esempio in una chiesa vicina con orario preciso, oppure ad un indirizzo internet con insegnamenti più approfonditi. Anche se uno cerca di essere incisivo, punterei molto sulla brevità, con riferimenti facili a capirsi presi dal Vangelo, evitando atteggiamenti troppo ieratici, gesti plateali, voce troppo alta, battute comiche, mimica eccessiva, slogan ad effetto, parole filosofiche, spiritualità eccessiva (la spiritualità è un punto di arrivo non un annuncio) ecc.
Predica: La predica è un discorso religioso o sermone, tenuto durante il culto, in cui il predicatore interpreta e spiega le Scritture, offrendo insegnamenti e applicazioni pratiche per la vita quotidiana dei fedeli. In alcune denominazioni evangeliche di tipo carismatico c’è il rischio di continuare ed amplificare l’annuncio emotivo a discapito dell’aspetto educativo. Troppi canti, troppe parole dispersive, troppo protagonismo, troppa lunghezza del culto generale. La predica dovrebbe abbracciare argomenti vasti di conforto, edificazione, indicazione di punti che poi in secondo tempo andrebbero studiati nel particolare per intraprendere ed approfondire la conversione. Non dovrebbe essere né troppo corta ma nemmeno troppo lunga; dovrebbe affrontare un argomento esemplare della Scrittura e spiegarlo in modo semplice senza approfondirlo troppo. Diciamo una ventina di minuiti, massimo mezz’ora; se ci aggiungiamo i canti e qualche imprevisto, dovremmo comunque mantenerci intorno ad un’ora, salvo casi particolari (Cena del Signore, inserimento di preghiere, ecc.), ma ovviamente sto esprimendo solo la mia opinione personale.
Studio: Lo studio delle Scritture è un’attività più approfondita e sistematica, spesso svolta in gruppi di studio settimanali e condotta da anziani preparati, o in contesti accademici come i corsi o le università bibliche. Qui si analizzano i testi sacri in modo dettagliato, considerando il contesto storico, culturale e teologico. Lo studio è il necessario approfondimento dottrinale, sempre fedelmente inserito nel contesto biblico, preparato con cura, esposto in modo fluido e comprensibile, al di fuori del culto settimanale generico. E’ dedicato ad argomenti precisi già programmati; necessita solo di un ascolto nel raccoglimento cristiano. Non è assolutamente un dibattito. In piccole comunità ben amalgamate, a discrezione del responsabile, possono seguire brevi commenti o domande che poi verranno sviluppate in un secondo tempo. Dove possibile sarei per sospingere i fedeli a realizzare a loro volta, a distanza di giorni, dei piccoli studi da presentare alla comunità sul modello ricevuto.
Lo studio per definizione richiede più tempo, non solo per prepararlo ma anche per essere ascoltato. Chi partecipa ad uno studio è bene che stia quieto ad ascoltare grossomodo per tre quarti d’ora o un’ora (sempre secondo la mia opinione).
Trattato: Un trattato può essere considerato uno studio più complesso e approfondito su un tema specifico delle Scritture o della teologia cristiana. Spesso, i trattati sono scritti da teologi o studiosi e possono essere utilizzati come risorse per l’insegnamento e la formazione. Il rischio anche qui è il linguaggio che usa quasi sempre parole molto difficili per la persona “normale”, ed anche la prolissità vuota. Può capitare infatti di leggere faticosamente un capitolo complicatissimo pensando “ecco adesso arriverà al punto….”, poi dopo molto tempo, alla fine del capitolo e della giornata, scoprire che in fondo ha detto solo cose banali che sapevamo già. C’era bisogno di tante parole difficili di tante pagine per non dire niente? Sinceramente alle volte sospetto che molti studiosi scrivano come se dovessero essere pagati a numero di pagine, allargando l’argomento all’infinito con tutto ciò che può venirgli in mente: mitologia, filosofia, psicologia, politica, storia, scienze ecologiche, astronomia, esoterismo, poesie, citazioni di mille altri teologi come loro… e pochissime frasi bibliche.
Se parliamo di doni dello Spirito Santo, l’annuncio lo fa l’evangelista, la predica la fa il pastore, lo studio e il trattato lo fanno l’insegnante e il dottore; in ogni caso nessuno dovrebbe allungare troppo. Nella Bibbia ci sono versetti che consigliano di non usare troppe parole nelle preghiere. Ad esempio, in Matteo 6:7 si legge: "E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d’essere esauditi per la moltitudine delle loro parole". Per quanto riguarda le prediche, non ci sono versetti che parlano esplicitamente di non allungarle troppo. Tuttavia, ci sono principi generali che possono essere applicati. Ad esempio, in Ecclesiaste 5:2 si dice: “Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò siano poche le tue parole.” Questo versetto può essere interpretato come un invito alla concisione e alla riflessione, che può essere applicato anche alle prediche o agli scritti troppo lunghi.
LA MISTICA
Intendo per “mistica” il rapporto diretto tra anima e Dio, quando Lui apre una porticina e ci viene a trovare per comunicarci qualcosa. Attenzione! Negli ultimi tempi sarà sempre più difficile discernere lo Spirito di Dio e le Sue manifestazioni, dallo spiritismo con le sue manifestazioni. Diamo qui per scontato che quando noi parliamo di mistica intendiamo il rapporto diretto percepito da Dio all’interno degli insegnamenti biblici, che fanno da muro di protezione tra sacro e profano; proprio come esisteva una cinta di protezione nel santuario di Mosè, costruito fin nei minimi particolari secondo le indicazioni modello che gli diede l’Eterno.
Da questo punto di vista la mistica è il contrario della teologia. Il mistico riceve la rivelazione di Dio in un attimo, come se arrivasse direttamente al centro del cuore in un secondo, senza passare attraverso l’analisi razionale. Il teologo invece arriva a capire (se ci arriva) per deduzione, dopo lunghi e spossanti ragionamenti; il mistico al contrario, non per sua bravura ma per pura scelta di Dio, è immerso subito nella rivelazione divina (che deve essere comunque biblicamente fondata sennò è falsa rivelazione). Il suo animo dopo la comunicazione “sa” il contenuto in modo misterioso; la mente poi cerca le parole e la sintassi per spiegare ciò che ha già ricevuto dall’alto, e che sarà tradotto in forma cosciente e comprensibile secondo il linguaggio comune.
Tuttavia, è importante ricordare che la ricerca degli effetti soprannaturali per il proprio tornaconto personale può portare a gravi pericoli spirituali. Un esempio biblico di questo è Simone mago, che cercò di acquistare il potere dello Spirito Santo con denaro (Atti 8:18-24). Questo episodio ci insegna che il desiderio di manipolare il sacro per fini egoistici è non solo sbagliato, ma anche pericoloso.
Simone mago rappresenta un monito per tutti noi: la vera mistica non è una ricerca di poteri o manifestazioni straordinarie, ma un cammino di umiltà e sottomissione alla volontà divina. La mistica autentica si fonda su una relazione sincera e profonda con Dio, guidata dagli insegnamenti biblici e protetta dalla comunità di fede.
Inoltre, nei tempi moderni, la confusione tra autentiche esperienze spirituali e pratiche spiritistiche può essere particolarmente insidiosa. È essenziale mantenere una vigilanza spirituale e un discernimento costante, basato sulla preghiera e sulla conoscenza delle Scritture, per evitare di essere ingannati da false manifestazioni.
A conferma di ciò, l’apostolo Paolo avverte nella lettera ai Galati: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” (Galati 1:8-9). Questo ci fa capire che esiste la possibilità da parte di angeli “caduti” di tentare di ingannare e manipolare il Vangelo. È quindi fondamentale attenersi sempre ai testi sacri e agli insegnamenti biblici.
R.R.
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