In aperta campagna a volte passo davanti a quella che era una notevole chiesa, ma che oggi è quasi abbandonata, tipo “cattedrale nel deserto”.
Erbaccia alta nel cortile, una massiccia porta chiusa ridotta male, cattivi odori e mosche a terra. Da fuori giro attorno alle mura rotonde sopra uno stretto marciapiedi cadente. Mi avvicino a una finestra impolverata e, mentre scappa una lucertola tra le ragnatele, vedo l’interno.
Mi si strugge il cuore per la bellezza.
Dietro la porta chiusa sulla destra, il luogo dell’acqua che mi fa pensare al battesimo, le colonne, l’inizio dei banconi per i fedeli e dall’altra parte il tramonto così luminoso che sembra l’alba.
Si percepisce una straordinaria calma e una grande pace.
Quanto dolore e quanta insopprimibile nostalgia per quel silenzio, così vicino e così lontano da me.
Poterla aprire quella porta, senza far rumore, e mettermi là, all’ultimo banco! Potesse essere così bello il cuore mio, mentre ti aspetto, o Signore!
R.R.
Immagine di copertina P.I.C.
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